Filtro Antiparticolato
Il particolato è formato da particelle di carbonio (fuliggine) non sempre "asciutte" ma talvolta bagnate da residui oleosi e/o idrocarburi poliaromatici. lo scopo di un filtro anti particolato è di ossidare (bruciare) dette particelle dal 90 al 97% e talvolta anche oltre. Dette particelle "si bruciano" tramite una reazione chimica che avviene in presenza di alcuni metalli speciali, (rodio, Palladio, platino, altri) ad una temperatura che oscilla tra i 450°C e 650°C circa. In presenza di speciali catalizzatori come l'ossido di Cerio la reazione avviene nel range di temperature più basse con ovvi vantaggi. La reazione chimica prevede quindi l'entrata di particolato e l'uscita di sostanze gassose come l'anidride carbonica, vapore acqueo, Azoto inerte, oltre ad ossidi di azoto che sono velenosi e necessitano di un apposito catalizzatore. Bruciare dette particelle carboniose non significa affatto trasformarle da PM10 a PM 2,5 ovvero trasformare una nube densa in una più fine. Come se dallo scarico uscissero solo PM10 e solo queste venissero bruciate. Dal collettore di scarico fuoriesce un mix di varie dimensioni, proprio le particelle medie piccole vengono totalmente bruciate e trasformate in CO2, H2O, N2 e NOx, mentre solo alcune delle più grandi verranno solo ridotte a dimensioni molto piccole ed effettivamente queste potranno liberarsi nell'atmosfera circostante.
Sui FAP intasati contenenti "cerina", come viene espulso il particolato dal FAP/Catalizzatore?
Il Cerio è un metalloide, l'ossido di cerio in forma di nano particella immersa in un liquido (ma non solubile in esso) è in grado di attraversare la camera di combustione. Nella complessità della reazione chimica detta di rigenerazione di un filtro antiparticolato, alcune nano particelle sono, in effetti, in grado di fuoruscire nell'ambiente circostante. Si inizia quindi a parlare di inquinamento dell'ambiente da nano particelle di Cerio. Non abbiamo dati sulla pericolosità di queste particelle, sulla quantità assorbita dal corpo umano. Da precedenti utilizzi industriali si sà che non provoca alcun rischio quando a contatto con l'epidermide. La pericolosità invece delle particelle espulse da motori Diesel o benzina nel provocare o accelerare fenomeni cancerogeni è ben nota sia a livello dell'epidermide che del sistema cardiovascolare.